martedì 30 giugno 2009

LIVE MUSIC FESTIVAL


Per chi ama le novità, per chi ama la buona musica, per chi vuole esplorare nuovi orizzonti ... allora non potete perdervi gli SFD in concerto al malibù beach di ladispoli.....

martedì 23 giugno 2009

Airbus, individuate le scatole nere




Un segnale, molto debole, inviato dalle scatole nere dell'Airbus dell'Air France precipitato il primo giugno al largo del Brasile, è stato captato dai battelli della Marina francese impegnati nelle ricerche. Lo scrivono i siti internet di Le Monde e Le Figaro. Il batiscafo Nautile della società Ifremer si era immerso lunedì per cercare di raggiungere le scatole nere, su un fondale molto accidentato che arriva a 5mila metri di profondità.
L'Air France non ha ancora confermato la notizia. Le speranze di poter recuperare le scatole nere sono affidate tutte ai mezzi dell'Ifremer, l'istituto francese per l'esplorazione del mare. Il debole segnale è stato captato dal mini-sottomarino Nautile durante un'ispezione sul fondo dell'oceano. Il segnale può essere captato nel raggio di due chilometri. Fra i battelli francesi inviati per le ricerche ci sono un sottomarino nucleare con sofisticati sonar e una nave oceanografica attrezzata con batiscafi. Proprio dai registratori di volo potrebbero essere estratte preziose informazioni sulla dinamica del disastro aereo, ma per gli esperti si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo. Le scatole nere, infatti, dispongono ancora di solo otto giorni di vita, prima di spegnersi. Il fondale marino del tratto di mare interessato dalla ricerche, inoltre, è molto agitato e recuperare i registratori di volo sarà un'impresa molto difficile.

Referendum, la legge non si cambia




Maroni: ma servono nuove regole per le consultazioni popolari
ANTONELLA RAMPINO


ROMA«Cronaca di una morte annunciata», dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, commentando l’esito del referendum. Il quorum, indispensabile per un quesito abrogativo, non è stato raggiunto, come in molti speravano o temevano e come accade da 14 anni. Mai l’affluenza è stata così bassa. Per le tre schede da mettere nell’urna è andata ai seggi una media di poco superiore al 23 per cento di italiani. E poco consola i referendari Mario Segni e Giovanni Guzzetta che, poi, di quella quota insufficiente di italiani oltre l’80 per cento si sia orientata per il «sì».
E poiché si trattava di modificare l’assegnazione del premio di maggioranza, alle liste e non alle coalizioni, il più entusiasta dell’esito è Pier Ferdinando Casini, «gli italiani hanno detto un secco no al bipartitismo». Naturalmente, difficile che da un esito referendario a così bassa partecipazione si possa trarre come conseguenza una valutazione dei cittadini sull’attuale legge elettorale, anche se qua e là, trasversalmente nei partiti, c’è chi solleva il problema. Per ora, tutti sono all’attacco dell’istituto referendario. Bisogna modificarlo, dicono in coro i rappresentanti delle forze politiche. A cominciare dal leghista Roberto Maroni, che è il responsabile del Viminale e che vorrebbe «mandare il conto» a Segni e Guzzetta per quest’ultima consultazione, minacciando pure querela.
E’ un istituto «importante per la democrazia» il referendum, dice Maroni, «ma va modificato, perché poi il conto lo pagano i cittadini». Non una parola in più sul come e quando, anche perché questo per la Lega è il momento dell’esultanza, «siamo capaci di vincere, la gente è con noi» fa notare Bossi, e «Bossi è stato il primo a dire che non si sarebbe raggiunto il quorum», fa eco Roberto Castelli.
Qualcosa in più si capisce in campo avverso, «bisogna aumentare il numero delle firme necessarie a presentare un referendum ed eliminare il quorum, che è uno strumento per annullare il voto popolare», chiede dal Pd Massimo D’Alema, rinverdendo una proposta che fu avanzata anni fa, ai tempi in cui si discuteva la riforma costituzionale del centrodestra, da Giuliano Amato. Non è il solo a pensarla così, nel Pd, anche oggi. E la Lega fiuta l’interesse dell’opposizione, anche nell’intenzione di metter mano al all’attuale legge elettorale, tanto che Calderoli fa subito sapere «e adesso, prima le riforme costituzionali e poi la legge elettorale». Fosse così, di certo si rivedrebbe prima l’istituto referendario.
Solo il presidente della Camera legge nel risultato referendario un significato politico assai legato al momento politico attuale: «Sbaglieremmo se dicessimo che oggi non è accaduto nulla, che era tutto prevedibile», spiega Gianfranco Fini. Anzi, la scarsa partecipazione al referendum «rappresenta un campanello d’allarme, un segnale che gli italiani stanno lanciando alle classi dirigenti e che noi dobbiamo cogliere, per mettere in campo le contromisure necessarie per riappassionare gli italiani alla politica ». Di fronte alla dichiarazione, il coordinatore del Pdl Denis Verdini alza le spalle: è solo che «la materia della legge elettorale alla gente interessa poco».

Abruzzo: nuova scossa




L'evento di ieri sera, con epicentro Tizzoli, Barete e L’Aquila, ma a 14 chilometri di profondità (molto meno superficiale dunque della catastrofe del 6 aprile), è stato decisamente forte, abbastanza da essere avvertito fino a Roma, dove sono arrivate migliaia di chiamate ai centralini dei vigili del fuoco anche se, precisa il sismologo Enzo Boschi: «L’energia liberata ieri è stata 40 volte inferiore a quella del 6 aprile. Ciò che ha resistito allora avrà resistito anche ieri, ma queste scosse continue scoraggiano la popolazione».E se nella capitale è scattato il meccanismo della paura, a L’Aquila il terremoto di ieri sera infatti ha di nuovo fatto ripiombare nell’atmosfera di panico e disperazione. Chi vive nelle tendopoli del capoluogo abruzzese è uscito all’aperto temendo il peggio. Dalla prima ricognizione effettuata da Protezione civile e vigili del fuoco, la scossa di ieri non ha provocato ulteriori evidenti danni alle cose.Ma la conseguenza più diretta è sul morale degli aquilani che da settimane, man mano che procede l’iter verso il ritorno alla normalità, tentano di superare anche gli effetti psicologici del terremoto. Proprio due giorni fa era stata ufficialmente riaperta la prima porzione del centro storico. E ieri era stata annunciata la rimozione dei detriti di palazzi crollati dalla cosiddetta «zona rossa» dell’Aquila.

martedì 9 giugno 2009

Airbus: si esclude l'esplosione a bordo


Dopo il ritrovamento dei primi corpi comincia adesso il valzer dei numeri. Sembra davvero non esserci pace per le vittime del disastro aereo che ha colpito il volo AF 447, scomparso il 31 maggio mentre da Rio de Janeiro raggiungeva Parigi. Da sabato i dati forniti dalla marina brasiliana impegnata a 1.200 chilometri dalla costa per il recupero dei corpi, avevano aperto una breccia nel cuore dei familiari delle vittime: prima due poi 17. Poco rispetto a 228 tra passeggeri e membri dell’equipaggio ma abbastanza per sperare di essere più vicini alla verità. I 17 morti, però, sarebbero 16. Dichiarazione che ha creato sconforto tra i familiari e ha messo in luce le evidenti difficoltà di comunicazione tra i soccorritori brasiliani e i francesi impegnati anche loro in mare. La sensazione insomma che i due gruppi si parlino pochissimo è poi confermata da Henry Munhoz, portavoce dell’Areonautica brasiliana. «A partire da adesso - ha dichiarato - renderemo noti solo i corpi recuperati da noi». Una polemica sulle cifre che ben mette alla prova lo stress e la tensione dei parenti, ogni giorno di fronte a informazioni diverse e contrastanti. Il recupero dei corpi resta una priorità assoluta come sottolineato anche dal presidente del Brasile, Luiz Lula da Silva. In un programma radiofonico: «L’obiettivo del Brasile è trovare tutti i corpi». Le salme intanto, dovrebbero tutte essere arrivate oggi nell’isola di Fernando di Noronha per essere trasferite nell’istituto di medicina legale di Recife. L’obiettivo delle ricerche oltre ai corpi sono le scatole nere che emettono segnali solo per 30 giorni dal disastro. In questa corsa contro il tempo sulle loro tracce arriveranno due mini sottomarini francesi e una sofisticata strumentazione Usa. Intanto la marina brasiliana ha recuperato il timone di coda dell’A330 con ben visibile il logo dell’Air France. Questo pezzo del velivolo sembra far allontanare l'ipotesi che l’aereo possa essere esploso in volo. Non compaiono tracce di bruciature o di dilaniamento ma è risultato bloccato in uno dei numerosi messaggi automatici lanciati dall’aereo prima di scomparire. Si rafforzerebbe così l’ipotesi della distruzione progressiva del velivolo a causa di problemi strutturali o di guasti. Il disastro dell'A330 sta creando un terremoto nel prestigioso consorzio europeo dell’Airbus. Il sindacato dei piloti di Air France ha comunicato che i piloti della compagnia di bandiera non intendono più volare sugli aerei in cui non siano stati cambiati i sensori che misurano la velocità, considerati dagli investigatori francesi una delle possibili cause del disastro. E ripercussioni si avvertono anche sul mercato internazionale. Secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, l’International Lease Finance Corp, il più grande locatore di aerei al mondo, potrebbe cancellare gli ordini di 10 A380 superjumbo mentre molte compagnie aeree si dicono in attesa di nuove istruzioni dal prestigioso consorzio europeo con sede a Tolosa prima di mettere mano a qualsiasi modifica. Il direttore commerciale di Airbus, John Leahy, continua a difendere l’A330: «È la spina dorsale dell'industria aerea».