lunedì 29 dicembre 2008

Sms, l'italiano 2.0

“c ved alle8 se6lib ok?”. Questa è una delle tante frasi che oggigiorno si legge sui display dei nostri cellulari quando dobbiamo comunicare con gli altri. Non è questione di non saper scrivere o di non saper parlare. Ma è tutta una questione di risparmiare spazio, quindi caratteri e ancora di più di risparmiare denaro. Perché ogni messaggio inviato dal nostro telefonino costa circa 15 centesimi e quindi dobbiamo ottimizzare lo spazio.
Questa è la motivazione ufficiale della nascita dell’italiano 2.0, un italiano che ogni giorno, in ogni messaggio vede amputare gran parte delle vocali, insieme agli accenti, ai punti e alle virgole che formano il tradizionale testo scritto. È un italiano che tende a racchiudere in 2 o massimo 4 lettere ciascuna parola, mescolandovi anche qualche parola in inglese: sempre se questa sia più breve di quella italiana. Allora scriveremo “xkè nn t trovi 1 girl?” per dire “perché non ti trovi una ragazza?” e così via.
Oggi la vita è frenetica, molto veloce e stressante. Tutti vanno di fretta, anche nella comunicazione. E l’Italia è il paese con il maggior numero di telefonini. Gli Sms, come detto precedentemente, sono sicuramente il modo di comunicare più veloce ed economico.
I messaggi via cellulare stanno creando un loro codice linguistico, che giorno dopo giorno risulta essere sempre più condiviso dai vari utenti, giovani e non. Questo linguaggio si è formato da solo. Nasce dalla necessità di velocizzare la comunicazione. Ma è veramente frutto della tecnologia? I primi inventori di questo nuovo codice linguistico sono davvero i giovani moderni o lo ha inventato qualcuno prima di loro?
In un brano di Anna Karenina, Tolstoj fa incontrare davanti ad un tavolo verde la principessa Kitty e il suo corteggiatore Konsantin che non vuole correre il rischio di essere rifiutato una seconda volta. Questi vede Kitty scarabocchiare sul tavolo con un gessetto, allora prende anche lui il gessetto e scrive “q, m, a, r, q, n, p, e, s, m, o, i, q, m?” (Quando mi avete risposto: « questo non può essere» significava mai o in quel momento?) e lei risponde “a, n, p, r, i, a, m” che lui decifra «Allora non potevo rispondere in altro modo». Da qui nasce una conversazione stringata ad opera del gessetto con frasi sempre più complicate che mette a dura prova la loro decodifica. Tutto possibile grazie alla forza dell’amore che domina la conversazione. Sono due giovani dell’Ottocento a cui manca solo il telefonino per parlare d’amore via Sms.
In base a questo racconto potremmo asserire che il primo inventore degli sms senza telefonino sia stato Tolstoj.
Dai manoscritti medievali alle lettere private di ieri e di oggi e ancora ai geroglifici sui muri degli uomini primitivi, alle testimonianze egizie lasciate sui papiri, l’esigenza di risparmiare tempo e spazio ha spesso portato ad adottare scritture tachigrafiche (molto rapide) o brachilogiche (brevi e concise).
Il linguaggio della comunicazione via Internet può essere paragonato ad un nuovo dialetto, fatto di gergalità da tutti comprensibile. Si ha la presunzione di voler riprodurre il tono della voce, di restituire naturalezza alla lingua parlata, che è sporca e vivace. La lingua sporca si configura come icona, a metà strada tra l’espressione e l’informazione.
Via internet e via Sms viaggia una lingua contaminata, una specie di ibrido tra forma letteraria e trascrizione del parlato che potremmo azzardare di chiamare un nuovo codice espressivo.
E proprio perché ci troviamo davanti a qualcosa di inusuale, fuori dal comune e dalle regole, ci troviamo anche davanti a pareri favorevoli e contrari di questa nuova “lingua”.
La parte contraria a questo fenomeno afferma che il nuovo modo di scrivere sta logorando l’italiano puro, danneggiando il modo di scrivere e deturpando il nostro patrimonio linguistico perché oggigiorno i ragazzi che si trovano a dover scrivere in modo corretto non ne sono capaci perché ormai saturi del nuovo “codice” che i mezzi di comunicazione ha messo loro a disposizione.
Questa parte della comunità linguistica afferma e sostiene l’idea che questo nuovo codice linguistico vada abbandonato ed eliminato prima che sia troppo tardi.
La parte, invece, che si trova a favore del nuovo linguaggio utilizzato negli Short Messanger, afferma che “gli errori, o meglio le caratteristiche della lingua che si riscontrano negli sms, è difficile trovarli nei testi che si scrivono all’università, perché i ragazzi hanno la coscienza di elaborare un testo diverso. La maggiore difficoltà che invece hanno i ragazzi riguardano il muoversi fra diversi tipi di lingua: sono bravissimi a scrivere sms ma fanno fatica, ad esempio, a trovare il registro giusto quando parlano con un docente, oppure quando devono scrivere la tesi: è come se ci fosse una maggiore necessità di essere stringati anche nella vita reale”.
La prima a difendere a spada tratta, questa evoluzione del linguaggio, per molti vista come una involuzione, è Nicoletta Maraschio, primo presidente donna dell’Accademia della Crusca dal 1582, dove in un’intervista a “Donna moderna” afferma che gli sms «hanno moltiplicato le occasioni per scrivere». Tesi condivisa anche da Vera Gheno, collaboratrice dell’Accademia e docente al Laboratorio di italiano scritto dell’università di Firenze: «Si tratta di una ricchezza del linguaggio, non come dicono alcuni di una sua distruzione; una ricchezza che può aiutare a capire delle tendenze che, si generalizzano nella lingua in un futuro prossimo».
«Dovremmo abituarci – continua la Gheno- a ricevere come risposta ad una dichiarazione d’amore “Kio J” (per anch’io) o “Grz del msg cia” (“Grazie del messaggio, ciao”). O ancora “Dmn sera c prend1ape?” (“Domani sera ci prendiamo un aperitivo?”; e dal “6 3mendo” (“Sei tremendo”) al “Cvd l’esand. male” (“Come volevasi dimostrare l’esame è andato male”) fino ad arrivare ai classici “Tvtb” per Ti voglio tanto bene e “Tat” per “Ti amo tanto”.
E sulla stessa scia dell’Accademia della Crusca, si trovano gli esperti, guidati dalla linguistica Sali Tagliamonte dell’università di Toronto, in Canada, i quali sostengono che ogni forma di comunicazione fa bene. Interpellando il linguista Giovanni Adamo, questi ha spiegato che «non si tratta di una minaccia alle strutture portanti della lingua perché già quando si incidevano segni sulla pietra, o si scriveva sulle preziose pergamene di pelle c’era l’esigenza della brevità, e questa tendenza a ridurre non ha mai intralciato profondamente il linguaggio».
Anche secondo una ricerca condotta in Germania, gli studiosi affermano che il linguaggio utilizzato in questo nuovo mondo della comunicazione interpersonale è un linguaggio sintetico ma tutt’altro che povero di espressività. La scrittura è molto simile al parlato e la necessità di essere brevi porta a ridurre, contrarre il testo, ad accorciare le parole. Nascono così tecniche gergali fantasiose o spiritose. Gli Sms si sono affermati in maniera imponente non solo come modalità di comunicazione ma anche come fenomeno culturale che ha coinvolto l’universo giovanile.
Addirittura sembra che lo scambio di messaggi porti con sé la volontà di sfoggiare le proprie conoscenze davanti al proprio interlocutore.
Detto ciò non si può far altro che abbracciare il nuovo codice linguistico, evitare di rimproverare i propri figli per l’uso di questo nuovo linguaggio decodificato e, anzi, apprenderne le regole per poterlo gestire, comprendere e utilizzare nelle circostanze che lo richiedano. Come si potrebbe dire? “X parl cn tt dob imp qst lng. Ki nn lo usa è out” che tradotto in italiano “potabile” “Per parlare con tutti dobbiamo imparare questo linguaggio. Chi non lo usa è fuori" (dal mondo della comunicazione).
E allora perché no! Accanto all’italiano base, un giorno a scuola si potrebbe apprendere l'italiano 2.0!

martedì 23 dicembre 2008

Fiumicino: "emergenza" rientrata

Quel sospiro di sollievo dei dipendenti Alitalia, alla sospensione delle trattative con Cai è durato proprio poco. E ora che Cai non sta tenendo fede ai punti stilati con la compagnia aerea italiana, per far sì che tutti i dipendenti - più o meno allo stesso modo - fossero tutelati; Alitalia si ribella ancora e sotto le festività natalizie ha causato "panico" all'aeroporto di Fiumicino (Roma) con assemblee spontanee che hanno paralizzato il traffico aereo dell'intera nazione. Ore di coda allucinanti, voli cancellati, e quant'altro sono state le parole che hanno fatto il giro del mondo affianco al nome della compagnia italiana da anni in bilico tra la salvezza e il fallimento. Disagi che hanno colpito anche il carico e lo scarico bagagli per l'Alitalia. Solo oggi sono 43 i voli cancellati, anche se ora il peggio sembra essere scampato e tutti i viaggiatori ancora in attesa potranno finalmente partire per le sospirate e agognate vacanze natalizie al massimo entro domani. Inoltre per smaltire le innumerevoli quantità di bagagli stivati, l'aereoporto di Fiumicino ha pensato anche a vie alternative ai voli di linea in modo tale da mandare il tutto a destinazione quanto prima possibile.
Per riportare la situazione alla "normalità"- o quasi - è stato importante l'intervento del ministro delle infrastrutture Altero Matteoli, che ha ordinato ai dipendenti di riprendere immediatamente il lavoro. Per far fronte ai disagi è intervenuta anche la Prefettura della Capitale che ha coordinato gli interventi di assistenza ai passeggeri che non hanno trovato ospitalità in albergo o posto su voli di altre compagnie. Questi sono stati sistemati per la notte all'interno del terminal AA dell'aeroporto capitolino riforniti di coperte e generi di conforto.
Il Presidente dell'Enac, Vito Riggio, ha espresso il suo rammarico per quanto accaduto e ha fatto sapere che l'Ente aprirà un'istruttoria sulla situazione dell'aeroporto di Fiumicino ipotizzando "Sanzioni per mancata assistenza e riprotezione" dei passeggeri, nonostante il riconoscimento dell'Alitalia di avere fatto il possibile. L'esito di ciò sarà comunicato nei prossimi giorni.

martedì 16 dicembre 2008

SFD: senza fissa dimora


Oltre alla Jack's band, gruppo gettonato sul litorale romano (principalmente a Ladispoli e zone limitrofe, fino ad arrivare giù giù fino a Viterbo), tra le file dei gruppi emergenti e con tanta voglia di "sfondare" divertendosi, abbiamo i "Senza Fissa Dimora". Se i primi si dilettano suonando delle cover di Ligabue, ai Nomadi, a Vasco Rossi, i secondi preferiscono un genere ben differente: rock anni '70 con testi di propria produzione, proprio come gli arrangiamenti musicali.
Sebbene il chitarrista solista e il cantante la facciano da padroni per quanto riguarda il modo di produzione delle loro canzoni, non si può dire che ci sia un ordine gerarchico all'interno del gruppo.
E' da definire più come una famiglia, dove tutti sono alla pari, con stessi diritti e doveri. Libertà di pensiero e d'espressione e parola d'ordine: DIVERTIRSI SUONANDO!!!


























tevere tra paura e curiosità!

Come si realizza una demo?

sabato 13 dicembre 2008

Il Tevere tra fascino e terrore





Fa paura vedere un video del genere. Il cuore si stringe fino a diventare un minuscolo puntino e si trattiene il fiato. E subito ci ritroviamo a percorrere con la mente quei vicoli, quelle vie e strade sempre affollate dai turisti e da gente comune che ama passeggiare per la città capitolina. E subito ci si chiede adesso cosa accadrà! Che ne sarà della capitale non solo dell'Italia, ma del mondo intero.
Ma le immagini riprodotte sul video soprastante non sono altro che il risultato di una simulazione al computer da parte della CNR. Il pessimismo fatto persona. Ma è pur sempre vero che ci si deve preparare anche al peggio.
Tensione, preoccupazione e paura attanagliano Roma in questi giorni. A causa delle ingenti quantità di pioggia cadute in queste settimane, il livello del Tevere e dell'Aniene sono saliti spaventosamente, superando i livelli di guardia e in alcuni punti (come la zona tiburtina) uscendo dagli argini e inondando le zone circostanti.




Soprattutto ieri la città aveva il cuore in gola. Era stata preannunciata un'ondata che avrebbe provocato ancora di più l'innalzamento del fiume capitolino. Innalzamento che gli avrebbe permesso di uscire dagli argini a Ponte Milvio, invadere i tombini e così anche il sottosuolo, creando disagi preoccupanti. Ma l'ondata non è arrivata o se è arrivata ha fatto scongiurare, almeno per il momento, il pericolo.
Ora sembra tutto sotto controllo. La protezione civile spalleggiata da tutte le forze dell'ordine (vigili del fuoco, polizia, carabinieri, ...) hanno e stanno lavorando per fa sì che in città non si crei il panico e per rimediare ai danni che il fiume nella giornata di ieri ha causato.
A Castel Sant'Angelo un barcone si è incastrato sotto il ponte impegnando duramente le squadre di sommozzatori dei vigili del fuoco.




Le forze dell'ordine hanno cercato di dissuadere invano i turisti e i curiosi dal recarsi sul lungotevere nella giornata di ieri. Questo per evitare spiacevoli incidenti.
Ma se la curiosità alla fine si è rivelata più forte della paura provata in questi giorni dalla straordinaria forza che la natura sta dimostrando di avere; figurarsi che impatto poteva avere su un divieto. Si sa! La gente ama trasgredire. Ama il proibito. Il pericolo.
E così in centinaia si sono recati sul lungo tevere, da Castel Sant'Angelo, all'isola Tiberina, dove le acque hanno sommerso l'isoletta al centro del "grande fiume", creando disagi anche all'ospedale Fate Bene Fratelli
La prova di questa grandissima affluenza di massa è testimoniata dai numerosissimi video e foto, che ritraggono la situazione del Tevere oggi, presenti sul web e che già da giorni stanno facendo il giro del mondo.


E forse è proprio da ciò che nasce l'ulteriore curiosità. Pensate di essere romano, di trovarvi in casa, navigare sul web, catturare sul vostro pc un video che ritrae qualcosa che vedete tutti i giorni. Un luogo dove l'estate andate a passeggiare, dove andate a cenare o anche a lavorare. Un luogo che siete così abituati a vedere al punto tale da non vederlo più. Poi arriva qualcuno, ve lo scaraventa proprio davanti agli occhi con tutta la violenza che il fiume mostra in questi giorni. Ora lo vedete di nuovo. E in voi nasce la curiosità.


Curiosità dettata trasversalmente anche dai media. Una curiosità mista a terrore, perchè in questi giorni i media hanno leggermente esagerato nei contenuti proposti: un'epopea, una riproduzione del "diluvio universale" in tutto e per tutto.


Poi, però, andare sul luogo della disfatta e scoprire magari che questa calamità vista da vicino non fa paura. Rapisce i sensi, affascina, lascia senza fiato. E improvvisamente fa sentire l'essere umano così piccolo davanti all'immensità della natura. Una natura che non si può controllare, non si può fermare. Una natura contro cui l'uomo è impotente, contro cui non può far altro che inginocchiarsi al suo cospetto.


Ed è proprio così che la caput mundi si è sentita in questi giorni: in ginocchio!


Ora il pericolo della piena sembra scampato. Non piove da più di 12 ore. E se il tempo sarà dalla parte della più bella città del mondo, che conserva dentro di sè la più grande storia di tutti i tempi, allora forse domani e nei prossimi giorni i giornali titoleranno "Roma è salva. La città ora rinasce".


Non c'è altro da fare che continuare a sperare, tenere gli occhi puntati sul Tevere e sperare che almeno la natura sia più buona e indulgente dell'uomo.


venerdì 12 dicembre 2008

Tevere in piena: una città in ginocchio



La situazione non cenna a migliorare. La protezione civile, proprio come le forze dell'ordine, sono pronte ad intervenire nei punti critici. E ancora oggi il Tevere continua a portar via ciò che di bello poteva esserci sulle sue sponde. Vicino Castel Sant'Angelo un barcone ormeggiato lungo la riva del fiume capitolino è stato trascinato via dalla piena, incastrandosi sotto uno dei ponti che collega le due rive. La squadra dei sommozzatori dei vigili del fuoco stanno cercando di limitare i danni.

Intanto, per il momento, l'isola Tiberina è solo un ricordo. Continua a "vivere" sotto le acque del fiume!

Il punto più critico resta ponte Milvio: il punto più basso in cui la forza del fiume può far esplodere gli argini e con la sua maestosità inondare le zone limitrofe.

Ma la situazione potrebbe degenerare se il livello dell'acqua continuerà a salire. Basterà solo ancora mezzo metro per mettere in ginocchio la città. Sarà a quel punto che il fiume si riverserà nei tombini della capitale, con il rischio di causare ulteriori allagamenti.

E ora si sta aspettando con le dita incrociate l'ora in cui il Tevere sarà in piena. A quel punto scoccherà l'ora della verità!

Nati digitali. Una generazione senza avi





martedì 9 dicembre 2008

Ancora scontri in Grecia. E la protesta sbarca sul web!

La morte di Alexandros Grigoropoulos, 15 anni, nel quartiere di Exarchia, continua a suscitare violenti scontri in Grecia e nelle ambasciate greche sparse per l'Europa. Un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo. Stando ai poliziotti per fronteggiare l'azione sovversiva di 30 giovani che li hanno minacciati; stando ai testimoni, invece, una reazione eccessiva, anzi spropositata: tre ragazzi fuori d'un bar che alla vista dei poliziotti hanno iniziato ad insultarli pesantemente. E loro, le forze dell'ordine, che parcheggiano e iniziano ad inseguire i tre, tra cui Alexandros, ed uno dei due, impugna l'arma e spara. I testimoni (gente che in quel momento si trovava dentro il bar del quartiere) pensava si trattasse di un colpo a salve, o comunque di un monito per i tre. Gli amici di Alexandros pensano che il ragazzo sia scivolato. Ma poi la triste verità: un colpo dritto al petto che spegne la vita di un 15enne.
E ora i giovani greci non ci stanno. Sono scesi in piazza numerosi, contro le forze dell'ordine, contro un governo, il loro, che non riesce nemmeno a proteggerli; da cui si devono proteggere. E accanto ai gruppi giovanili, in grecia, sono scesi in piazza anche gruppi di anarchici, di sinistra (anche i più estremi).
Lo scrittore Vassilikos la definisce "la rabbia di un paese intero".
"Il tentativo di suicidio di Zachopoulus, il potente direttore generale del ministero della cultura che si è lanciato dal quarto piano ed è ancora vivo - dichiara lo scrittore in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera - il caso Vatopedi, con proprietà dello stato cedute, con uno scambio derisorio, al monastero di padre Efrem; e poi quei 22 milioni di euro dati alle banche invece di darli a chi soffre per la crisi. Accumula oggi, accumila domani, alla fine vi è stato il detonator dell'assassinio".
E gli scontri non si sono fermati nemmeno oggi, giorno dei funerali del giovane ucciso. I "cannoni" della guerriglia si sono fermati solo durante i funerali, per poi riprendere ancora davanti alle sedi del potere e al cimitero.
Il numero dei feriti si fa sempre più alto.
Anche chi non ha il coraggio di scendere in piazza, per non rischiare di "rimetterci la pelle" lo sfogo avviene tramite il web. Sono circa 70 mila gli iscritti al primo gruppo di Alexis e c'è già chi lo paragona al nostro Carlo Giuliani, morto a Genova. Sono tanti gli sfoghi. Molti i messaggi per il 15 enne e la maggior parte recitano "Alexis, il Carlo Giuliani greco", "Genova si ripete", "La gente non dimentica".
E le immagini che la tv mostra della grecia oggi, non sono dissimili dalle immagini che la stessa mostra quando parla di Kabul, Gerusalemme e i "punti caldi" dell'Oriente!
C'è solo da sperare che il governo greco trovi presto una soluzione concreta che risparmi altre vite innocenti e distenda gli animi di tutti.