La morte di Alexandros Grigoropoulos, 15 anni, nel quartiere di Exarchia, continua a suscitare violenti scontri in Grecia e nelle ambasciate greche sparse per l'Europa. Un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo. Stando ai poliziotti per fronteggiare l'azione sovversiva di 30 giovani che li hanno minacciati; stando ai testimoni, invece, una reazione eccessiva, anzi spropositata: tre ragazzi fuori d'un bar che alla vista dei poliziotti hanno iniziato ad insultarli pesantemente. E loro, le forze dell'ordine, che parcheggiano e iniziano ad inseguire i tre, tra cui Alexandros, ed uno dei due, impugna l'arma e spara. I testimoni (gente che in quel momento si trovava dentro il bar del quartiere) pensava si trattasse di un colpo a salve, o comunque di un monito per i tre. Gli amici di Alexandros pensano che il ragazzo sia scivolato. Ma poi la triste verità: un colpo dritto al petto che spegne la vita di un 15enne.
E ora i giovani greci non ci stanno. Sono scesi in piazza numerosi, contro le forze dell'ordine, contro un governo, il loro, che non riesce nemmeno a proteggerli; da cui si devono proteggere. E accanto ai gruppi giovanili, in grecia, sono scesi in piazza anche gruppi di anarchici, di sinistra (anche i più estremi).
Lo scrittore Vassilikos la definisce "la rabbia di un paese intero".
"Il tentativo di suicidio di Zachopoulus, il potente direttore generale del ministero della cultura che si è lanciato dal quarto piano ed è ancora vivo - dichiara lo scrittore in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera - il caso Vatopedi, con proprietà dello stato cedute, con uno scambio derisorio, al monastero di padre Efrem; e poi quei 22 milioni di euro dati alle banche invece di darli a chi soffre per la crisi. Accumula oggi, accumila domani, alla fine vi è stato il detonator dell'assassinio".
E gli scontri non si sono fermati nemmeno oggi, giorno dei funerali del giovane ucciso. I "cannoni" della guerriglia si sono fermati solo durante i funerali, per poi riprendere ancora davanti alle sedi del potere e al cimitero.
Il numero dei feriti si fa sempre più alto.
Anche chi non ha il coraggio di scendere in piazza, per non rischiare di "rimetterci la pelle" lo sfogo avviene tramite il web. Sono circa 70 mila gli iscritti al primo gruppo di Alexis e c'è già chi lo paragona al nostro Carlo Giuliani, morto a Genova. Sono tanti gli sfoghi. Molti i messaggi per il 15 enne e la maggior parte recitano "Alexis, il Carlo Giuliani greco", "Genova si ripete", "La gente non dimentica".
E le immagini che la tv mostra della grecia oggi, non sono dissimili dalle immagini che la stessa mostra quando parla di Kabul, Gerusalemme e i "punti caldi" dell'Oriente!
C'è solo da sperare che il governo greco trovi presto una soluzione concreta che risparmi altre vite innocenti e distenda gli animi di tutti.
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