venerdì 31 ottobre 2008
ESERCITAZIONE: "ISTRUZIONE SVENDESI"
"Della Gelmini rigettiam la "grida"/ per non ridurci tutti a dire egìda!";"Professori, alunni,genitori, bidelli di taglio adesso siamo fratelli"; "EnteroGELMINI. Attenzione, non somMINISTRAre agli studenti italiani"; "La Gelmini nuoce gravemente alla salute"; ....
Non sono i cori da stadio durante una partita della Roma o della Lazio. Non sono slogan di poeti, o illuministi del tempo passato. Sono solo gli slogan che studenti, insegnanti, genitori e ricercatori hanno "inventato" - alcuni presi in prestito dai letterati e filosofi anche di tempo passato - per esprimere la loro rabbia contro una legge che blocca proprio la loro creatività.
Comunicare al mondo, all'Italia, e soprattutto a coloro i quali ci rappresentano, che forse, a causa di questa nuova legge, i sogni non potranno diventare realtà!
In un mondo che è cambiato. In una Italia dove Precarietà è la parola d'ordine, accanto a disoccupazione, ora si rischia di tornare indietro di 100 anni se non di più. Dove solo chi può, economicamente parlando, solo chi può potrà realizzare il sogno nel cassetto, e chi invece non possiede queste possibilità vederlo svanire.
Ecco come oggi la comunicazione cambia direzione: non sono più i fili che muovono i burattini ma viceversa. Comunicazione dal basso. Per farsi sentire. Per ricordare ai nostri Rappresentanti che viviamo in una democrazia rappresentativa, dove ciò che deve essere portato avanti è il bene comune e non i propri interessi.
Ecco come la comunicazione di oggi vorrebbe far sì che chi di dovere allargasse i propri orizzonti, spremesse di più le meningi e iniziasse a vagliare qualche altra possibilità. Perchè altre soluzioni al problema esistono. Basta solo trovarle. E gli studenti scesi in piazza ieri vorrebbero solo dar loro una mano.
Una comunicazione che vuole mettere in risalto il popolo. E con gli slogan e con le riunioni in massa, con l'ascesa in piazza, attirare così l'attenzione dei media. Media che permettono di raggiungere visibilità per lanciare un messaggio soprattutto a chi siede sulle poltrone del potere.
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