Così hanno commentato i due speaker della partita di Mediaset Premium durante la partita tra Lecce e Roma, finita con un sensazionale 3 a 0 da parte della squadra capitolina! Si era preannunciata una partita difficile da giocare, da ambo le parti. La causa: il terreno scivoloso per la pioggia del pre-partita, e i tacchetti che non reggevano! A sbloccare il risultato dopo i primi minuti di gioco Vucinic con uno splendido assist di Totti, tornato in grandissima forma e solo con il ricordo dei suoi "antichi dolori". Ma la Roma non si accontenta e subito raddoppia, prima della fine del primo tempo con il tapin di Juan dopo un tiro di Brighi, rimpallato da Baptista.
E per concludere in bellezza, nel secondo tempo, il favoloso "cucchiaio" del capitano fa scattare il 3 a 0.
Inutili e assenti, tra l'altro, i tentativi della squadra pugliese di risalire dalla "fossa" in cui i "lupi" l'avevano spedita!
Un crollo psicologico avuto dopo il primo goal dell'ex leccese Vucinic e che è andato aumentando di intesità dopo le altre due reti subite dalla squadra di Spalletti.
Un'ottima cura per i giocatori capitolini che già sognano il quarto posto in classifica e una "cura demoralizzante" per i leccesi che in questo campionato hanno già subito sette pareggi e sette sconfitte.
Forse ora per la Roma una speranza c'è. La squadra sembra essersi ritrovata. La forma fisica riacquistata proprio come la fiducia in se stessi!
"Ch’io resti col pensiero,che non si estingua mai! E sempre in me sarai, in te sempre sarò" (Giov. Pasc. "A una morta"). E se col corpo ci ha abbandonato, lo stesso non si può dire dei segni indelebili che il grande giornalista, Sandro Curzi, 78 anni, ha lasciato nel modo di "fare giornalismo". Pensiero espresso anche dal direttore generale della Rai, Claudio Cappon: "Con la scomparsa di Sandro Curzi l'Italia perde un maestro di giornalismo, una voce critica, lucida, coerente". "La Rai perde uno dei suoi protagonisti - continua il direttore - un professionista che ha contribuito a fare la storia dell'azienda che se oggi è ancora un punto di riferimento per gli italiani lo deve anche a lui".
Un cammino, quello di Sandro, intrapreso a 13 anni con il suo primo articolo sull'"Unità clandestina" per raccontare l'assassinio di uno studente da parte dei fascisti repubblichini.
A seguire, nel 1940 contemporaneamente alla sua nomina a redattore del quotidiano della sera romano "La Repubblica d'Italia", diretto da Michele Rago, fonda la Federazione Giovanile Comunista Italiana, con segretario generale Enrico Berlinguer.
La scalata verso la vetta continua con la nomina a capo-redattore del mensile della Fgci "Gioventù Nuova", diretto sempre da Berlinguer; e con l'approdo alla Rai nel 1975, dove dopo qualche anno di "gavetta", fonda la terza rete televisiva della stessa. Nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes. Qui scopre Michele Santoro e collabora alla realizzazione del programma Samarcanda.
Ma il vertice lo raggiunge nel 1987 dando al telegiornale un'impronta veloce e aggressiva che da voce alle istanze della sinistra italianam, interpretando gli umori di una crescente insofferenza verso la cosiddetta prima Repubblica.
In un periodo in cui l'Afghanistan era occupata dall'Urss (siamo negli anni '70) il Tg3 viene soprannominato dagli avversari politici "Telekabul".
Ma nonostante la sua linea aggressiva, il Tg3 aumenta di spettatori: da poco più di 300 mila ai 3 milioni del '91. Comunista si ma anche oggettivista. E quando c'è da andare contro le idee di partito, cambia rotta e dice ciò che è giusto dire, appoggia quelle idee che è giusto appoggiare. Un vistoso esempio è dato dal sostegno dato alle posizioni di Giovanni Paolo II e dalla sua astensione sulla proposta di licenziamento del direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà.
Un uomo come pochi. Un uomo che da sempre ha accompagnato e dall'oltre mondo accompagnerà gli italiani, e ancora più specificatamente i giornalisti, nel loro "lavoro" di ricerca e sostegno della verità. Verso la costruzione "reale" e "oggettiva" dei fatti. Anche se questo, come ci insegna il "maestro", a volte comporta andare contro il nostro "credo politico".
Anche qui, salutiamo con affetto un personaggio che come pochi è riuscito a fare del giornalismo un'arte.
E se collegarsi ad un pc, ovunque ci si trovi, era un modo come un altro per fuggire dalla caotica realtà di tutti i giorni, trovare un "oltre mondo" dove potersi rifugiare, divertirsi ed incontrare, oggi questa dimensione tanto privata quanto affollata, sta diventando il suolo ideale dove le politiche nascono, crescono, si sviluppano ed entrano nelle case della gente a loro insaputa. Abbiamo avuto un primo esempio di come il mondo del web stia cambiando dalla politica "internettiana" sviluppata e portata avanti da Barack Obama negli U.S.A. Politica che abbiamo chiamato 2.0 e che gli ha permesso di raggiungere proprio tutti, portandolo alla vittoria.
Ma non è finita qua. http://it.youtube.com/TheRoyalChannel è il canale ideato per la Regina Elisabetta d'Inghilterra, che già l'anno scorso ha augurato buon natale ai suoi sudditi, tramite la "nuova scatola elettronica". Canale che conta circa 23790 iscritti.
E ancora http://www.sarkozy.fr/home/ è il sito ideato dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Un sito dove chi lo desidera, tra breve, potrà lasciare i propri commenti e pareri sui post lasciati, da chi di dovere, per il Presidente. Quest'utlimo, infatti, desidererebbe ideare un sito su cui ci si possa confrontare e parlare di tutte le tematiche e problemi del Paese, per trovare, e perchè no, insieme una soluzione.
Il mondo di Internet sta cambiando e con lui anche il modo di fare politica. I media tradizionali sono ormai passati di moda e si punta ad un nuovo mezzo di comunicazione che permette di stringere più da vicino contatti con la popolazione, che vede invasa la propria "casa virtuale"!
Sull’Espresso di qualche settimana fa un articoletto spiegava che , recentemente , il Parlamento aveva votato all’UNANIMITA’ e senza astenuti (ma che strano !?) un aumento di stipendio per i parlamentari di circa € 1.135 al mese. Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali. STIPENDIO € 19.150 STIPENDIO BASE € 9.980 PORTABORSE € 4.030 (generalmente parenti o familiari) RIMBORSO SPESE - AFFITTO € 2.900 INDENNITA’ DI CARICA Tra € 335 e € 6.455 . TUTTO ESENTASSE !!! PIU’ TESSERA TELEFONO CELLULARE,TESSERA DEL CINEMA,TESSERA TEATRO, TESSERA AUTOBUS E METROPOLITANA, FRANCOBOLLI, VIAGGI AEREI INTERNAZIONALI, CIRCOLAZIONE SU AUTOSTRADE, TRENI, PISCINE E PALESTRE, AEREO DI STATO, AMBASCIATE, CLINICHE, ASSICURAZIONE INFORTUNI, AUTO BLU CON AUTISTA, ASSICURAZIONE DECESSO, RISTORANTE (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per € 1.472.000), TUTTO GRATIS! Hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in Parlamento , mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (per ora !!!). Circa € 103.000 li incassano con il rimborso spese elettorali ( in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti) , più i privilegi per coloro che sono stati Presidenti della Repubblica , del Senato o della Camera (es. la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio , una segretaria , l’auto blu ed una scorta sempre al suo servizio). La classe politica ha causato al pese un danno di 1 miliardo e 255 milioni di EURO. La sola Camera dei Deputati costa al cittadino EURO 2.215 al minuto.
Nelle ultime ore che precedevano il risultato delle primarie americane, in milioni erano incollati non solo agli schermi televisivi ma anche e soprattutto agli strumenti offerti dalla rete. Ovviamente a fare la loro parte i siti dei grandi colossi dei media americani, come Cnn e il New York Times che hanno dato ampio spazio alla parte online, oltre che a quella classica. Ma questa è solo una delle tante novità che questa campagna elettorale ha portato con sè.
In un percorso, lungo mesi, che ha visto oscillare da una parte all'altra l'ago della bilancia, ora a favore di Hillary Clinton, ora a favore di Barack Obama, alla fine la bilancia pendeva clamorosamente a favore del candidato nero. Anche questa una grande novità che ha sconvolto un pò tutto il sentire mondiale.
Ma cosa ha fatto sì che il candidato democratico Barack Obama avesse la meglio su tutti gli altri candidati alla corsa alla Casa Bianca?
Molti esperti di marketing hanno già pensato bene di definire il neo presidente statunitense "il prodotto di un mercato": il web.
Una campagna elettorale, quella di Obama, fuori dalle righe, dove milioni di volontari hanno costruito un'immagine comune, social, molto vicina alla gente. Una promozione che, grazie, ai social media, ha raggiunto l'americano medio, garantendo non solo visibilità ma anche consenso.
Ma accanto all'informazione non ufficiale, quella dei volontari, degli studenti universitari, dei neri, ... che hanno promosso l'immagine del loro leader sugli schermi del web tramite la pubblicazione in Rete di foto e video; accanto ai loro commenti e slogan; troviamo anche e soprattutto l'informazione ufficiale, che non solo si è servita degli spazi virtuali "comunemente" utilizzati quando "si fa politica", ma anche di quegli spazi di svago che gli utenti utilizzano come diversivo, come un momento di "fuga dalla realtà".
E' così che Obama sbarca su facebook e su youtube con canali interamente dedicati a lui e allo sviluppo della sua campagna.
Tutti gli apparati mediatici 2.0 di Obama hanno fatto capo al suo sito ufficale "BarackObama.com" che offre un completo "digital toolbox" per tutti i navigatori del web che vogliono prendere parte alla diffusione del suo messaggio. Quindi i visitatori sono invogliati a prendere parte al passaparola.
Un vero e proprio prodotto. Una vera e propria strategia di mercato. Una soluzione, che se portata avanti anche durante la sua carica, potrebbe diventare un vero e proprio esempio di "politica 2.0".
Prima mezz'ora di ansia e di paura per una Roma che Deve vincere a tutti i costi. Vincere per i suoi tifosi - che negli ultimi giorni si sono ribellati, infuriati e addirittura hanno minacciato il quieto vivere dei loro giocatori - vincere per se stessa - per riconquistare nei loro cuori quella fiducia in sè che con le ultime sconfitte (una dietro l'altra) hanno segnato l'umore della squadra - e anche vincere per il mondo, perchè la Roma vale. La Roma non è finita (al contrario di come titolava uno dei vari quotidiani in questa settimana).
A sbloccare il risultato Christian Panucci al 34', ma il senso liberatorio, la fiducia nelle proprie capacità si riacquista con la seconda rete di Mirko Vucinic: un tiro ad affetto che coglie l'angolino e sfonda la rete avversaria, battendo difesa e portiere. 2 a 0 e la Roma esulta. Esulta anche Spalletti dalla tribuna. Ma il giocatore non è contento e per placare la sua coscienza, così come quella dell'allenatore e della platea, concede il bis. Ormai è fatta. Il risultato è al sicuro e nemmeno il goal del Chelsea riesce a scuotere gli animi giallorossi. Goal che tra l'altro è in discusso fuorigioco.
Ora si deve solo aspettare e sperare che questo non sia solo un episodio isolato, una cattedrale nel deserto, ma sia sintomo che la squadra c'è. Che la Roma è risorta dalle sue ceneri ed ora è pronta a risalire dal baratro in cui era sprofondata.
"Yes, we can!" E' questo lo slogan che ha accompagnato per tutta la campagna elettorale il neo presidente Statunitese. Ed è questo lo slogan che Obama ripete dal palco, durante il suo primo discorso ufficiale, alla platea in delirio. I suoi elettori. Il presidente nero ha spazzato via anche le ultime barriere razziali presenti in America, ha conquistato 349 dei grandi elettori, schiacciando il suo rivale repubblicano John McCain. Ma Obama non vince solo la presidenza, con i voti riportati ha portato il suo partito al controllo di Camera e Senato, una concentrazione del potere che non avveniva dal 1995, quando era presidente Bill Clinton.
L'era di Obama inizia con un boato di gioia al Grant Park di Chicago per la vittoria del loro candidato. Erano in 250 mila a festeggiare con Obama. E il pubblico commenta così "E' un momento storico". "Mi accorgo di far parte della storia". Una notte di visi rigati e occhi pieni di lacrime di felicità e speranza. Speranza che qualcosa stavolta in America è cambiato veramente e anche l'impossibile può diventare possibile.