
Si parla di Roma. Si parla del sindaco Gianni Alemanno che punta il dito contro l'azienda, e le dà un ultimatum: «Se fra un anno, dopo che il Comune le ha dato risorse adeguate, l´azienda non garantirà ai romani una città pulita, allora sceglieremo la strada della privatizzazione».
L'idea di affidare la ditta ai privati non è un'idea che giunge nuova alle nostre orecchie. Già a giugno l'assessore all'Ambiente Fabio de Lillo, aveva pensato alla privatizzazione per lo stesso motivo: l'insufficiente pulizia delle vie di Roma.
«Oggi l´Ama è messa seriamente alla prova - ha ripreso il sindaco - Faccio un appello a tutti i dipendenti e alla struttura perché ci sia davvero un grande scatto d´orgoglio per cambiare realmente il volto di questa città. Non è possibile pensare che una città come Roma possa andare, come indicato dal piano della Regione, al 50% di differenziata - ripete il sindaco - è un´illusione che ci porta sulla strada di Napoli. Il 50% non si fa in nessuna parte d´Europa».
E a spalleggiare le critiche mosse dal sindaco, anche Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio: «E´ vero, Roma è una città sporca, evidentemente perché non la si pulisce. Basta allontanarsi dal centro storico per vedere che le frequenze degli spazzamenti diminuiscono, fino a ridursi a una volta ogni tre mesi in certe strade dell´VIII, del XX e del XIII municipio.
La priorità è dunque aumentare le frequenze dello spazzamento e introdurre il lavaggio con l´acqua. Per questo è urgente il nuovo contratto di servizio, che indicherà, strada per strada, su un totale di 10.200 tratti stradali in carico all´Ama, quante volte passeranno gli operatori ecologici. L´attuale contratto è ormai al suo terzo anno di proroga».

Il presidente di Legambiente non trova nulla di sbagliato nel mettere in gara il servizio di spazzamento della città. Se questo aiuta a tenere la città più pulita e ad offrire il servizio che spetta di diritto ai cittadini che La vivono, allora vada per la gara: «Questi servizi devono stare sul mercato - dice - nell´interesse stesso dei cittadini».
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, però Legambiente e il sindaco capitolino si trovano in disaccordo: «L´obiettivo del 35% entro il 2013 - dichiara Parlati - dimostra chiaramente che non c´è una vera volontà politica di cambiare il passo. Tempi e passaggi troppo lenti, che non porteranno ad un´inversione di rotta».
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