LONDRA
Diventare padre a 13 anni. Ma dimostrarne otto. E’ la storia di Alfie Patten, un bambino dell’Est Sussex, Gran Bretagna. Che d’improvviso si ritrova al centro di una vicenda più grande di lui.
La neo-mamma Chantelle Steadman è poco più che una compagna di giochi: ha 15 anni. E insieme, almeno stando alle foto, compongono una coppia veramente improbabile.
E il dibattito sullo stato della società britannica naturalmente s’infiamma. Il caso è di quelli limite. Eppure non così inusuale in Gran Bretagna. Alfie, infatti, non è neanche il più giovane papà del Regno Unito. Questo record lo detiene Sean Stewart, diventato padre a 12 anni, nel 1998.
Ovvero l’età di Alfie quando, assieme a Chantelle, hanno concepito la piccola Maise, nata lunedì scorso. Ora, ovviamente, è responsabilità delle due famiglie sostenere i due ragazzini nella loro avventura di genitori precoci. Nata a causa di una notte di sesso non protetto.
«Quando gli ho parlato - racconta Dannis, il padre di Alfie - è scoppiato a piangere. Mi ha detto che era la prima volta che faceva sesso e che non sapeva quello che stava accadendo, quali conseguenze potevano esserci». D’altra parte Alfie ha solo 13 anni. «Ama - dice ancora Dannis - giocare al computer, la boxe, e il Manchester United. Sono rimasto a bocca aperta quando ho saputo che sarebbe diventato papà».
«Quando mia madre lo ha scoperto - ha dichiarato Alfie al tabloid The Sun, che ieri ha dedicato la prima pagina alla vicenda - credevo che sarei finito in un mare di guai. Volevamo tenere il bambino, ma avevamo paura di come la gente avrebbe reagito. Non sapevo che cosa avrebbe significato essere un padre. Ma sarà una bella cosa, mi prenderò cura di lei».
La gravidanza è stata scoperta alla diciottesima settimana dalla madre di Chantelle, Penny, 38 anni, insospettita dall’aumento di peso della figlia. Che, però, era già stata dal suo medico di base - accompagnata da Alfie - visto i dolorosi mal di pancia patiti. «In quell’occasione - ha racconta Chantelle - ho fatto un test di gravidanza e ho scoperto di essere incinta. E ho iniziato a piangere: non sapevo che cosa fare. Il medico mi ha consigliato di parlare con mia madre ma io ero troppo spaventata. Pensavo che i nostri genitori ci avrebbero ucciso».
Dopo varie discussioni, invece, è arrivata la decisione di tenere il bambino. «Lo so che abbiamo sbagliato - ha precisato Chantelle - ma ora non tornerei indietro. Saremo genitori affettuosi».
Ma i problemi sono tanti: Chantelle, infatti, ha altri quattro fratelli, suo padre Steve è disoccupato, e tutti insieme vivono in una casa popolare grazie ai sussidi erogati dallo Stato. «Ho detto a mia figlia che avere bambini è meraviglioso ma che avrei preferito che questo succedesse in altre circostanze - Noi abbiamo cinque figli, e il peso finanziario è già elevato. Ma siamo una famiglia: supereremo anche questa».
Nonno-Dannis è però meno ottimista. «Se menzioni l’argomento denaro abbassa gli occhi. Lei dipende da mamma e papà. E’ una follia: non sanno che cosa li attende».
Tasto toccato anche da Iain Duncan Smith, direttore del centro studi Centre for Social Justice. «Questo - dice - è un tragico esempio del declino sociale di questo paese. Troppe famiglie “problematiche” hanno bambini che crescono in un ambiente dove tutto è consentito. Stiamo assistendo al collasso completo di alcune parti della società».
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