mercoledì 27 aprile 2011

Marietta Tidei sulle casette: "Andrò in Procura"

Il consigliere comunale del Partito democratico alza la voce sull’assegnazione dei 40 alloggi a San Liborio. «Niente bando pubblico, sono stati considerati solo i bisognosi vicino a Moscherini e al suo staff. Al posto dell’assessore Frascarelli mi sarei dimessa». Polemiche interne all’Udc: il presidente Messina difende l’operato del Sindaco, alcuni iscritti al partito chiedono le sue dimissioni dalla Holding»


di SONIA BERTINO

CIVITAVECCHIA -
Il consigliere del Partito democratico, Marietta Tidei, è pronta a ricorrere alla Procura della Repubblica presentando un esposto per fare chiarezza sul metodo d’assegnazione delle casette di legno, fortemente volute dall’amministrazione comunale e consegnate sabato scorso a 40 famiglie civitavecchiesi. «Una vicenda oscura in cui sono stati adottati dei metodi poco chiari». Lo ha dichiarato lo stesso consigliere comunale di opposizione. «Il Sindaco ha erogato a sé il diritto di scegliere le 40 famiglie a cui destinare le casette di legno. Si tratta sicuramente di famiglie bisognose - ha dichiarato Tidei - ma l’assegnazione certamente sarebbe dovuta avvenire tramite un bando pubblico aperto a tutti e non invece solo a quanti hanno avuto la fortuna di entrare nelle grazie di Moscherini e del suo staff».
Critiche che colpiscono anche l’assessore Giancarlo Frascarelli: «Al suo posto, vedendomi estromessa da una materia che mi riguarda da vicino, mi sarei dimessa. A che serve un Assessore alla Casa se alla fine è il Sindaco a prendere in mano le redini della situazione?».
E dopo le critiche nei confronti dell’amministrazione comunale durante la diretta televisiva, nel pomeriggio di oggiuna ventina di persone che avevano presentato la richiesta d’assegnazione delle casette di legno presso il Comune, senza però ottenerle, sono state ricevute presso la sede dell’associazione Civita Libera alla galleria Garibaldi.
Momenti concitati quando sul posto si è presentato proprio il consigliere comunale Tidei, che ha contestato la procedura messa in atto, evidenziando l’opportunità di accogliere le rimostranze dei cittadini in sedi istituzionali sicuramente più adatte. Fortemente contestata dal consigliere anche la posizione del presidente del comitato comunale Piero Messina che prendendo le distanze dal consigliere comunale dell’Udc, Mirko Mecozzi, ha difeso l’operato del primo cittadino, criticando quanti gli hanno puntato contro il dito: «Da avvocato - ha dichiarato Marietta Tidei - Messina avrebbe dovuto fare della legge il suo faro. Da nessuna parte è stata rintracciata la legalità delle azioni del sindaco. L’utilizzo da parte di Moscherini di un’ordinanza sindacale è completamente fuori luogo. Non ci troviamo innanzi ad un’emergenza abitativa come nel caso dei terremotati. Non è crollato un palazzo. Il Sindaco ha consegnato delle abitazioni come se si trattasse di pacchi di pasta. C’è da pensare che la sua azione sia solo una manovra politica - ha aggiunto - per racimolare qualche voto in più alle prossime elezioni».Polemiche fuori luogo per il presidente del comitato comunale dell’Udc, di Piero Messina: «Da sempre, per quanto io ricordi, l’emergenza abitativa è stata gestita dai Servizi Sociali e i provvedimenti a favore dei soggetti assistiti sono stati assunti dal Sindaco o dall’Assessore eventualmente delegato. Del tutto improprio - aggiunge Messina - è parlare di un bando pubblico, commissione per l’assegnazione degli alloggi e quant’altro normalmente si può riferire a ben altre procedure di assegnazione alloggi disciplinate da leggi regionali e riguardanti l’edilizia residenziale pubblica. Qui si tratta di accoglienza a carattere provvisorio, - ha concluso - non di assegnazione in via definitiva, così come provvisoria è la sistemazione in albergo o strutture private». Pensiero che gli altri iscritti al partito sembrano non condividere: «Organizzeremo il ‘‘Comitato dei cittadini che hanno diritto alla casa’’. L’obiettivo è semplice: cercare di tutelare la brava gente dai soprusi». E dopo quanto accaduto chiedono a Messina di dimettersi.

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